Perché parlare di adozione in un blog di viaggi?
Semplicemente per due motivi!
Il primo perché l’adozione è un viaggio! Non solo nel senso metaforico come il tortuoso percorso che ci ha portato da nostra figlia, ma un viaggio vero e proprio, nel nostro caso nell’inaspettata Colombia.
Il secondo motivo è che sull’argomento adozione , che per ovvi motivi ci sta molto a cuore, si sa molto poco. Spesso quel poco che si sente è fuorviante.
Ce ne accorgiamo dalle domande che ci vengono fatte. Per questo vogliamo sfruttare questo nostro spazio per parlarne.
Nella speranza che possa essere utile a chi voglia intraprendere questa strada, ai futuri nonni che vorrebbero solo abbracciare il loro nipotino/a e invece devono aspettare un “incomprensibile burocrazia”. Ma soprattutto ci auguriamo possa sensibilizzare più persone possibili.
Ecco quindi le domande (o i luoghi comuni) utili o curiose che sentiamo più spesso.
Precisiamo che rispondiamo qui con la “pancia” e il cuore in mano , solo sulla base delle nostre emozioni ed esperienze personali che possono non essere sempre condivisibili.
Cosa contiene questo post:
- 0.1 Come FARE per adottare un bambino?
- 0.2 Quanto tempo ci vuole per adottare un bambino?
- 0.3 Potete scegliere l’età, il sesso o l’etnia del bambino?
- 0.4 È impossibile adottare un bambino italiano!
- 0.5 È difficile adottare un bambino?
- 0.6 Potete scegliere il nome?
- 0.7 Pensate di dirglielo che è stata adottata?
- 0.8 Cosa farete se vorrà conoscere i suoi “veri” genitori?
- 0.9 Cosa dicono i nostri genitori? (Ovvero i nonni di nostra figlia)
- 0.10 Meglio piccolo così non si ricorda?
- 0.11 Avete portato dei contanti extra per pagare le pratiche? L’adozione è solo per i ricchi?
- 0.12 Meglio adottare piuttosto che fare la fecondazione assistita?
- 0.13 Avete fatto una bella cosa, siete dei genitori coraggiosi!
- 0.14 Gli assistenti sociali fanno visite a sorpresa e vi aprono i cassetti?
- 1 Il nostro consiglio:
Come FARE per adottare un bambino?
Essenzialmente si deve avere un fortissimo desiderio di voler essere genitori. Nel nostro cuore, nella nostra mente e nella nostra famiglia c’è sempre stato quello spazio lì! Quello che era destinato a nostra figlia!
Uno spazio che poteva essere riempito stringendoci un po’, non un vuoto da colmare!
Nella pratica da dove incominciare per adottare?
Innanzitutto si deve dare la “disponibilità all’adozione” al Tribunale per i minori che preferite. Si può scegliere tra adozione nazionale , internazionale o rendersi disponibili ad entrambi contemporaneamente.
Dopo qualche mese si viene chiamati dai servizi sociali della provincia per iniziare i colloqui con assistente sociale e psicologo che faranno una relazione psicosociale sulla coppia e la invieranno al Tribunale.
A questo punto si è automaticamente in attesa per l’adozione nazionale e un giudice potrebbe chiamare da un momento all’altro per un approfondimento che potrebbe portare ad un abbinamento con nostro figlio.
Per l’adozione internazionale invece , serve prima ricevere “l’idoneità “. Il tribunale ci convocherà per un colloquio con un giudice e successivamente un team di giudici deciderà se ritenerci idonei ad adottare un bambino di un altro paese oppure no.
Una volta ricevuto il “decreto d’idoneità” si potrà dare il “mandato” entro 1 anno ad un ente autorizzato che si occupa di adozione. La scelta dell’ente è del tutto personale ma è obbligatorio affidarsi a uno di questi ( qui trovate il link con l’elenco degli enti autorizzati dalla CAI).
Dopodichè si aspetta. Se abbiamo dato la doppia disponibilità ( nazionale e internazionale) si rimane in attesa che l’ente ci chiami dicendoci che potremmo diventare genitori di un bambino che arriva da un paese lontano. Oppure aspettiamo che un giudice del tribunale ci convochi per approfondire il nostro fascicolo sperando che , tra tanti aspiranti genitori , scelga proprio noi per quel bambino o bambina a cui sta cercando una famiglia.
Una delle due disponibilità è da annullare nel meraviglioso momento in cui scopriamo dell’arrivo di nostro figlio. Quindi ,dopo aver pianto qualche giorno di fila, asciugatevi le lacrime e ricordatevi di disdire una disponibilità.
Quanto tempo ci vuole per adottare un bambino?
Si parla di 3 anni in media, ma negli ultimi anni la tempistica è destinata a salire.
Abbiamo conosciuto persone che sono diventate genitori in 1 anno e mezzo e altre che hanno aspettato 5 anni o più.
Personalmente il nostro percorso è durato poco meno di 3 anni.
All’inizio può sembrare un percorso interminabile! Ma ogni ostacolo superato era quello che ci avvicinava a nostra figlia! L’attesa più faticosa è stata forse quella finale:quando non si avevano notizie e non c’era nulla che potessimo fare. L’abbiamo sopportata godendoci la vita di coppia, facendo esperienze e VIVENDO! Nostra figlia sarebbe dovuta arrivare in una famiglia felice e serena.
Nel frattempo, non abbiamo mai smesso di informarci e frequentare serate a tema adozione presso associazioni di famiglie adottive.
Il concetto di base da non dimenticare mai, è che nessuno sta cercando di farci avere un bambino. Semplicemente siamo a disposizione per diventare i genitori di un bambino o una bambina che ha bisogno una famiglia con le nostre caratteristiche.
Potete scegliere l’età, il sesso o l’etnia del bambino?
Come per qualsiasi genitore non si può scegliere il sesso del proprio figlio.
Nemmeno l’etnia si potrebbe preferire ma a volte, a seconda dell’ente, la coppia può decidere in quale Paese porterà avanti la pratica. Se invece ci si affida all’adozione nazionale, si può dare la disponibilità ad accogliere un bambino di altre etnie, oppure no.
Per quanto riguarda l’età non si può chiaramente scegliere a tavolino, ma si può dare la disponibilità per una fascia d’età che verrà accolta in base agli anni dei coniugi.
Ovviamente, ogni decisione deve essere ben ponderata tenendo presente che la cosa più importante è il bene di nostro figlio.
È impossibile adottare un bambino italiano!
Abbiamo spesso sentito questa frase. Non è impossibile, ma è poco probabile. Diciamo che fortunatamente in Italia ci sono meno bambini che aspettano una famiglia rispetto ad altri Paesi.
Sottolineiamo che se una procedura è svolta da un tribunale in Italia non significa che il bambino sia italiano. Si trova semplicemente in Italia in questo momento.
È difficile adottare un bambino?
Non capiamo se intendano faticoso o con poche probabilità?
Diciamo che abbiamo capito che l’adozione nazionale è meno probabile rispetto all’internazionale ma in ogni caso certezze non ce ne sono.
Il percorso potrebbere essere lungo e faticoso ma tutto è relativo e personale.
Ci si deve mettere in gioco, si deve essere trasparenti di fronte a degli sconosciuti che fanno domande personali, bisogna sopportare provocazioni, tempistiche lunghe e incerte. Si devono prendere decisioni difficili e rispondere a domande complesse. Per fare un esempio: ” se vostro figlio non avesse una mano l’accettereste?” “E se fosse rom ?””Se doveste portarlo dalla famiglia d’origine una volta alla settimana?” .
Diciamo che senza aver fatto qualche corso prima e senza supporto queste domande risulterebbero spiazzanti.
Noi abbiamo affrontato tutto con positività, pensando che ogni cosa sarebbe servita per portarci da nostra figlia e questo ci ha aiutato.
Potete scegliere il nome?
Non c’è esplicitamente una legge che vieta il cambio del nome, soprattutto per i bambini più piccoli.
Ma ci è stato spiegato più o meno velatamente che il nome non si cambia! Con molta probabilità è una delle poche cose, se non l’unica , che i bambini si portano dalla loro infanzia e dalle loro radici.
Pensate di dirglielo che è stata adottata?
C’è una legge che obbliga a parlare ai bambini delle loro origini.
Fin da piccoli si deve raccontare la loro storia in modo che sia molto spontaneo. Non si deve arrivare alla classica scena da film in cui si scopre a 18 anni di essere stato adottato.
In ogni caso, nostra figlia è nata in Colombia, ha la doppia cittadinanza ed è riportato sul suo documento: sarebbe un po’ difficile non dirle dell’adozione.
Inoltre, bisogna fare i conti con i suoi ricordi. Sarebbe veramente impensabile per noi tenerle nascosto un pezzo così importante della sua vita.
Cosa farete se vorrà conoscere i suoi “veri” genitori?
Tralasciamo l’uso dei termini “veri o finti genitori”.
C’è la possibilità che voglia scoprire di più sulle sue origini.
Per tutta la vita le mancherà quel pezzo del “puzzle” che è la sua storia ed è un suo diritto andare a cercarlo se vorrà farlo.
Se è un suo desiderio essere accompagnata da noi nel “viaggio del ritorno alle origini” saremo felici e orgogliosi di poterle stare vicino. Anche per sostenerla nel caso in cui non trovasse buone notizie.
La difficoltà è proprio quella: cosa si potrà trovare a distanza di anni? E se quello che abbiamo immaginato per tutta la nostra vita si riveli una delusione?
Cosa dicono i nostri genitori? (Ovvero i nonni di nostra figlia)
Come spesso accade i nonni impazziscono di gioia all’arrivo dei nipoti.
I nostri genitori sostengono le nostre scelte e per loro non c’è alcuna differenza tra nonnità biologica o adottiva.
L’unica differenza è che non riescono a comprendere le tempistiche dell’adozione e per loro il tempo dell’attesa è stato lungo.
Inoltre, anche i nonni hanno un ruolo importante: infatti devono dare il loro consenso all’adozione.
Se questo non c’è potrebbe essere motivo di approfondimento durante i colloqui con giudici e servizi sociali. Il motivo del consenso è molto semplice. Il nipote entra di diritto nell’asse ereditario e i nonni devono esserne consapevoli.
Meglio piccolo così non si ricorda?
Sbagliatissimo! Non conta l’età ma la storia del bambino. Inoltre, qualsiasi bambino anche il neonato di 2 giorni dovrà fare i conti con l’abbandono che ha subìto.
Ci hanno spiegato che i bambini sentono il cambiamento. Nei mesi dei gravidanza hanno sentito rumori e voci che sono spariti.
Quindi anche se è stato accudito nei bisogni primari di neonato il distacco con la mamma biologica provoca una ferita.
Avete portato dei contanti extra per pagare le pratiche? L’adozione è solo per i ricchi?
Tasto dolente.
L’adozione nazionale è completamente gratuita quindi non è solo per ricchi.
Invece l’adozione internazionale è a pagamento e completamente a carico dei genitori. (Ebbene si! Medici, psicologi ,avvocati, traduttori vogliono essere pagati. Giustamente, non lavorano gratis!).
Ma se ci si affida ad un ente serio i costi delle procedure sono trasparenti e non serve portare contanti extra.
Inoltre, i costi sono dilazionati nel tempo e una parte è deducibile. In più, c’è un rimborso in base al reddito da parte della CAI, anche se attualmente i fondi destinati all’adozione sono pochi.
Meglio adottare piuttosto che fare la fecondazione assistita?
Sono due scelte completamente diverse e non possono essere paragonabili. Non si può imporre a chiunque desideri avere un figlio di adottarlo piuttosto che partorirlo!
Richiedono volontà differenti!
Un figlio che arriva grazie all’adozione ha già con sè un “suo zainetto” che è la sua storia. Bisogna essere consapevoli di questo e accettarla sempre, anche quando è dolorosa.
L’unico punto in comune è che non c’è mai nessuna certezza. Sono solo delle possibilità.
Avete fatto una bella cosa, siete dei genitori coraggiosi!
Noi rispondiamo che tutti i genitori sono coraggiosi!Per lo meno quelli che lo diventano per scelta!
Adottare non è come fare volontariato o beneficenza! Non lo si fa per fare una buona azione.
Semplicemente ci siamo sempre sentiti genitori e ci siamo fatti un pochino di più “il mazzo” per diventarlo! Ma ora siamo “nella stessa barca” di tutti gli altri genitori.
Questo è un luogo comune! Per lo meno nella nostra zona nessuno è mai venuto ad aprirci il cassetto o a citofonarci a sorpresa!
Quando sono venuti a vedere la casa hanno semplicemente appurato che fosse adatta ad una famiglia. Insomma, che oltre alla roulotte vivessimo anche in casa!
Il nostro consiglio:
- Prima di incominciare, vi consigliamo di partecipare agli incontri e ai corsi organizzati delle associazione di famiglie adottive per sapere se effettivamente è il percorso che fa per voi e per arrivare ai colloqui più consapevoli. Noi ci siamo affidati a “Le radici e le ali” : sono molto competenti e attivi. Qui si possono avere i consigli dalle famiglie adottive e dai professionisti che collaborano con l’associazione. Inoltre i corsi e gli incontri accompagnano le coppie e le famiglie nel pre e post adozione.
- A volte assistenti sociali, giudici e psicologi possono fare domande provocatorie e ci si potrebbe offendere. Noi abbiamo vissuto questa cosa sempre pensando che non fossero provocazioni personali. Hanno poche ore per conoscerci e devono scoprire pregi e difetti per poterci affidare un bambino che non può permettersi sofferenze aggiuntive. Quindi il nostro mantra è stato “pazienza e flessibilità”. Pazienza : perchè se non sappiamo sopportare un giudice che ci provoca per un paio d’ore, come facciamo con un bambino che protesta per ore??! Flessibilità : perchè a volte bisogna cambiare strada o ricominciare dal “Via”! Ad onor del vero, dobbiamo ammettere di avere incontrato sempre professionisti preparati e con l’intento di essere costruttivi.
Grazie per le belle parole! Ci hanno scaldato il cuore! La nostra fortuna è stata l’età che ci ha permesso di fare entrambi i percorsi!Vi mando un abbraccio!
Bravi stimo voi e la vostra scelta, Nn voglio parlare della mia esperienza dolorosa per quanto riguarda avere un figlio, anche quello percorso lungo e tortuoso. La scelta di adottare un figlio ci ha sfiorato ma purtroppo l’età e troppe delusioni in merito ci hanno portato a fermarci e dire va bene così. Un abbraccio Glam Caravan e complimenti a per l’articolo