Slovenia, alla scoperta di un posto segreto, o quasi.

Vi ho già raccontato qui della nostra vacanza a Kobradin meglio conosciuta a noi italiani come Caporetto.

Vicino a questi luoghi ricchi di storia e di natura incontaminata si nasconde un luogo segreto, o perlomeno un tempo le era.

Si trova a solo un’ora di distanza da Caporetto, lasciandosi il confine italiano alle spalle e andando in direzione Lubiana.

Non è esattamente il luogo che vi viene in mente di visitare se siete in spiaggia sotto l’ombrellone, ma se  vi trovate in Slovenia e siete appassionati di storia o di luoghi misteriosi come noi , non dovreste perderlo!

Ospedale

Di cosa si tratta

Nascosto tra le gole della montagna, semisospeso sul corso di un torrente c’è un ben conservato ospedale segreto partigiano risalente agli anni della seconda guerra mondiale, l’ospedale partigiano Franja , dal nome della sua direttrice.

È arrivato quasi fino ai nostri giorni in buono stato di conservazione finché nel 2007 l’alluvione non si portò via la maggior parte delle strutture.

Dopodiché è stato restaurato e ricostruito direi molto bene, ed ora è un importante testimonianza di altruismo e umanità.

             

Le strutture

L’ospedale come lo vediamo oggi è come si mostrava negli ultimi periodi in cui era ancora operativo, cioè composto da 13 casette in legno.

Sono quasi tutte visitabili e all’interno sono stati ricostruiti i pochi mobili e gli oggetti. Inoltre sono presenti molte didascalie in inglese e sloveno .

È quindi possibile immaginarsi molto bene come  potevano trascorrere le giornate in questo luogo.

Queste casette ospitavano , oltre alle stanze per i feriti ,  anche la sala operatoria, la cucina,la dispensa, la sala da bagno , la cabina di isolamento e le abitazioni dei medici.

C’era persino una cabina per autoprodursi energia sfruttando l’acqua del torrente e un bidone usato per disinfettare dai pidocchi.

Ci ha colpito molto sapere che negli ultimi tempi gli alleati , per evitare di far scoprire la presenza di questo posto, hanno deciso di far calare dall’alto gli approvigionamenti. Inoltre in alto sulla montagna c’era addirittura una casetta che serviva per gli appostamenti in caso di attacco.

Grazie a queste attenzione a tener celato l’ospedale, si riuscì a curare quasi 600 feriti gravi, ed è risultato essere l’ospedale con il minor numero di vittime.

L’atmosfera che si respira qui è davvero toccante. Buona parte lo fa il silenzio assordante della montagna, scandito solo dal rumore del ruscello.

Inutile sottolineare il rispetto che il luogo merita, che sicuramente chi apprezza la visita a questi luoghi saprà prestare.

Consigli utili:

  • Il sito è aperto a tutti da aprile ad ottobre. Invece da novembre a marzo sono disponibili solo visite per gruppi su prenotazioni.
  • Per la visita calcolate almeno un’ora tra la passeggiata nel bosco dal parcheggio e la visita alle casette. Considerate qualcosa in più se vi fermate a leggere bene tutte le didascalie.
  • La strada fino al parcheggio è abbastanza ampia e percorribile ma ci sono pochi parcheggi.

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